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Formato | 14,8 x 21 |
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Confezione | Brossura |
Pagine | 256 |
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Nel bicentenario dell’Indipendenza del Brasile (7 settembre 1822), che segna la fine della colonizzazione portoghese e l’affermarsi della nuova identità nazionale di questo smisurato e splendido paese dell’America Latina, il libro intende riflettere sulla figura dello scrittore Machado de Assis, geniale esempio della grandezza letteraria brasiliana e simbolo delle contraddizioni sociali e razziali che sconvolgevano e che ancora oggi sconvolgono il paese.
Attraverso la presentazione di alcune sue opere, dalle cronache ai racconti fino ad alcuni dei maggiori romanzi, lo studio prova a ripensare la contradditoria e polemica figura dello scrittore: un mulatto che per tutta la vita venne però considerato come scrittore bianco. Nato in una delle favelas di Rio de Janeiro e allo stesso tempo fondatore della prima Academia Brasileira das Letras, apparentemente assente sul piano sociale, fu in realtà, come si dimostra nel libro, critico testimone delle ingiustizie e del razzismo sistemico presenti nel Brasile di fine Ottocento.
Un autore ancora attuale, un illustre esempio della lusofonia letteraria, da leggere e rileggere come un testo che è classico, pur continuando a essere nostro contemporaneo.
ISBN 978-88-99321-47-5
18,00€
Formato | 14,8 x 21 |
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Confezione | Brossura |
Pagine | 256 |
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